"Oggi parliamo di ..."

  1. Il part-time pensionistico di lavoratori stanchi e ammalati !

    Avatar
    Tags
    lavoro
    By rosariofr il 13 April 2016
    0 Comments   8 Views
    .
    Il Ministro Poletti ha firmato il decreto delegato, previsto dalla legge 208/2015, che consentirà, sperimentalmente fino al 2018, ai lavoratori, con contratto a tempo indeterminato, dipendenti del settore privato, a seguito di un accordo con il datore di lavoro, di aderire al al part-time con una riduzione dell'orario di lavoro tra il 40 ed il 60% e contribuzione piena .
    Il datore di lavoro verserà al lavoratore l'importo della contribuzione non più dovuta all'INPS, importo su cui non graverà l'IRPEF e lo Stato provvederà al riconoscimento della copertura pensionistica figurativa per la quota di retribuzione perduta .

    Esempio : se si passa al part-time al 50% e si percepisce un salario ne di 2000 euro, il lavoratore percepirà una retribuzione di 1000 euro più una somma aggiuntiva esentasse di circa 300 euro per un totale di 1300 euro fronte, però, del dimezzamento dell'orario di lavoro .

    Per accedere al beneficio, ricorda il lavoratore interessato deve richiedere all’Inps, per via telematica o tramite un patronato oppure recandosi presso uno sportello dell’INPS, la certificazione che attesta il possesso del requisito contributivo e la maturazione di quello anagrafico entro il 31 dicembre 2018.

    Dopo il rilascio della certificazione da parte dell’Inps, il lavoratore ed il datore di lavoro stipulano il contratto part-time agevolato che dura fino alla maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia .

    Dopo la stipula del contratto, il decreto prevede il rilascio, in cinque giorni, del nulla osta da parte della Direzione territoriale del lavoro e il rilascio dell’autorizzazione INPS.

    Il commento:

    Siamo stanchi, non reggiamo più ? ... ci mancano tre anni alla pensione di vecchiaia ? ... Allora ecco un grande aiuto ! Riduciamo l'orario di lavoro, ma ... riduciamo anche i soldi che prendiamo !

    Ovviamente se il padrone ci sta e non ci licenzia prima !

    Si, perché forse gli conviene licenziarci prima, che corrispondere la quota contributiva nella misura piena aumentando in questo modo il costo del lavoro su base oraria.

    Domanda: Se si voleva aiutare dei lavoratori stanchi e magari ammalati, non sarebbe stato più giusto risparmiare questi soldi per una maggiore flessibilità di uscita pensionistica ?


    Rosario Franza

    Puoi esprimere il tuo commento sul Libro degli Ospiti e sul blog "Oggi Parliamo di..."
    Last Post by rosariofr il 13 April 2016
    .
  2. 2016 - la nuova integrazione salariale e le nuove procedure per il lavoro

    Avatar
    Tags
    lavoro
    By rosariofr il 9 Feb. 2016
    0 Comments   36 Views
    .
    La circolare INPS 22 del 4/02/2016 fornisce le prime indicazioni sul nuovo Fondo di integrazione salariale e sulle modalità di accesso .
    La nuova disciplina del Fondo trova applicazione, a decorrere dal 1° gennaio 2016 e garantisce due tipologie di prestazioni :

    1. l’assegno di solidarietà ;
    2. l’assegno ordinario .

    L’assegno di solidarietà è una prestazione garantita a seguito di un accordo sindacale collettivo aziendale che stabilisca una riduzione di orario al fine di evitare o ridurre le eccedenze di personale .

    L’assegno ordinario, per riorganizzazione e crisi aziendale, è garantito per eventi di sospensione o riduzione di attività lavorativa ed è previsto in favore dei lavoratori di aziende che occupano mediamente più di quindici dipendenti per una durata massima di 26 settimane in un biennio mobile .

    I trattamenti garantiti dal Fondo sono pari all’80% della retribuzione globale che sarebbe spettata al lavoratore per le ore di lavoro contrattuali non prestate,importo ridotto per contributi nella misura del 5,84%.

    La nuova disciplina del Fondo di integrazione salariale trova applicazione nei confronti dei datori di lavoro che risultavano già iscritti al Fondo di solidarietà residuale, mentre per i datori di lavoro che occupano mediamente più di cinque e sino a quindici dipendenti e quelli con più di quindici non precedentemente iscritti al Fondo residuale, occorrerà aspettare uno specifico decreto interministeriale.


    Il commento:

    Il Fondo di integrazione salariale amplia la platea dei beneficiari destinatari delle prestazioni , estendendo il proprio campo di applicazione ai datori di lavoro che occupano mediamente più di cinque dipendenti e garantendo loro l’assegno di solidarietà.

    Ovviamente non esisterà più l'integrazione salariale più o meno a vita, quella cassa che garantiva dalla disoccupazione mentre si facevano secondi e terzi lavori !

    Adesso, invece, con la nuova normativa cosa c'è dopo l'integrazione salariale ? ... Quando, cioè, si diventa disoccupati ?

    Il decreto legislativo n. 150/2015 ha introdotto alcune importanti di novità in materia di politiche attive del lavoro intervenendo sulle procedure, che, almeno per la regione Lombardia, sono le seguenti:

    1.Il lavoratore disoccupato deve procedere prioritariamente all’inoltro della domanda di NASPI, DIS.COLL oppure mobilità, anche per il tramite del Patronato, esclusivamente in via telematica;

    2.Successivamente, il lavoratore disoccupato deve registrarsi , anche con l’ausilio del Centro per l’Impiego, presso il portale http://gefo.servizirl.it/dote;

    3.Entro 15 giorni successivi la domanda, il lavoratore deve recarsi presso il servizio prescelto per la stipula del “patto di servizio personalizzato” , con la consapevolezza che gli impegni sottoscritti nel patto devono essere rispettati, pena la riduzi...

    Read the whole post...

    Last Post by rosariofr il 9 Feb. 2016
    .
  3. Le novità della legge di stabilità 2016

    Avatar
    Tags
    lavoro
    pensioni
    By rosariofr il 8 Jan. 2016
    0 Comments   36 Views
    .
    Le novità per le pensioni ed il lavoro contenute nella legge di stabilità 2016 sono le seguenti :

    1. introduzione del part-time per chi è prossimo alla pensione;

    2. opzione donna per tutto il 2015;

    3.approvazione della settima salvaguardia per 26.300 lavoratori;

    4. proroga degli sgravi contributivi per i lavoratori assunti a tempo indeterminato;

    5. congelamento al 27% per un altro anno delle aliquote contributive della gestione separata;

    6. estensione, per i pensionati, della no tax area dal 2016 ;

    7.non applicazione del conguaglio sugli assegni pensionistici della l'inflazione programmata per il 2015 più alta di quella reale, con recupero che sarà effettuato nel 2017;

    8.eliminazione della penalizzazione dovuta all'anticipo rispetto all'età di 62 anni, a partire dal 1° gennaio 2016, per i lavoratori usciti negli anni 2012-2014;

    9.la possibilità di cumulare il riscatto degli anni di laurea con il riscatto del periodo di maternità facoltativa fuori dal rapporto di lavoro .

    Il part-time alla pensione viene applicato in via sperimentale per il triennio 2016-2018, tramite un accordo con il datore di lavoro che verserà i contributi in busta paga, e nella misura del 40-60% ai lavoratori a tempo indeterminato dipendenti del settore privato a cui manchino non più di tre anni alla pensione di vecchiaia . L'integrazione contributiva figurativa sarà invece a carico dello Stato . Il lavoratore potrà, insomma, lavorare ad orario ridotto senza subire riduzione del salario . Nella finanziaria 2016 è previsto però un vincolo annuale di risorse che potrebbe limitare il numero degli interessati.

    Per opzione donna, con l'approvazione della legge di stabilità 2016, è viene meno la restrizione prevista dall'Inps che aveva interpretato la data del 31 dicembre 2015 come termine entro il quale si dovesse maturare la decorrenza della prestazione.
    Per l'esercizio dell'opzione è necessario possedere 57 anni e 3 mesi di età (58 anni e 3 mesi le autonome) unitamente a 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2015 (articolo 1, comma 281 della legge 208/2015).

    La nota Inps 145949/2015 ha poi ammesso al pensionamento anticipato anche le donne che, maturati i requisiti nei termini prescritti, presentino domanda successivamente alla scadenza del regime opzionale e ciò in virtù del principio della cristallizzazione del diritto a pensione.

    In virtù della nota del MIUR 41637 del 30/12/15, le lavoratrici della scuola che maturano requisiti per l'esercizio dell'opzione donna entro il 2015, avranno tempo fino al 15 febbraio 2016 per presentare domanda di cessazione dal servizio .
    Dal 2016 la "no tax area" per i pensionati con più di 75 anni passa da 7.500 euro a 8.000 euro, mentre per i pensionati sotto i 75 anni aumenta da 7.500 euro a 7.750 euro.

    Il commento:

    Per chi si aspettava grandi cose in tema di riforma delle p...

    Read the whole post...

    Last Post by rosariofr il 8 Jan. 2016
    .
  4. Le politiche attive del lavoro, fantasia o realtà ?

    Avatar
    Tags
    lavoro
    By rosariofr il 17 Dec. 2015
    0 Comments   14 Views
    .
    Il C.d.M. del 11/06/2015 ha approvato l'ultimo decreto attuativo del Jobs Act e cioè quello riguardante le politiche attive del lavoro .
    Secondo questo decreto i disoccupati dovrebbero iscriversi al portale unico per la registrazione delle persone in cerca di lavoro ed entro 60 giorni dalla registrazione, dovrebbero essere convocati dal servizio per l'impiego per sottoscrivere un patto di servizio personalizzato con il quale sarà delineato il profilo di occupabilità .

    A questi lavoratori dovrebbe essere consegnato un assegno di ricollocazione, la cui somma sarà graduata in funzione del profilo di occupabilità e sarà spendibile presso i Centri per l’impiego o presso i soggetti accreditati a svolgere funzioni e compiti in materia di politiche attive del lavoro ( le agenzie).

    Uno studio della Regione Lombardia, del luglio 2015, ha misurato la quantità di lavoro necessaria per garantire a ogni disoccupato l’intera gamma dei servizi previsti stimandola in 163 ore a persona e tuttavia considerando che difficilmente i servizi previsti saranno erogati per tutti nel livello massimo, lo stesso studio stima in 50 ore a disoccupato il carico effettivo .

    In Italia i disoccupati ammontano a 3,1 milioni di persone, se a ciascun disoccupato si dedicassero le 50 ore stimate dalla regione Lombardia, occorrerebbe assicurare un carico di lavoro complessivo pari a 155 milioni di ore . Il costo standard orario, stimato dalla Regione Lombardia, è di 30 euro che moltiplicato per le 155 milioni di ore necessarie per tutti i disoccupati,determina un costo pari a 4,65 miliardi di euro, la metà della spesa tedesca in politiche attive per il lavoro e più di sei volte quella attualmente destinata a politiche attive in Italia.


    Il commento:

    Per rendere più semplice la notizia possiamo dire che il decreto del Governo che dovrebbe aiutare i disoccupati a trovare un nuovo lavoro, rischia di rivelarsi solo un elenco di buone intenzioni, una sperimentazione, che andrebbe a beneficio di pochi eletti per mancanza di finanziamento .

    "Dov'è la notizia ? ... In Italia è una consuetudine" diranno alcuni !

    E' una consuetudine che tutti noi non possiamo permettere ...

    Dobbiamo ricordare al Governo che se ha problemi di fondi può stornare 5 miliardi di euro dalle spese militari .
    Nel 2012 l'Italia, secondo lo Stockholm international peace reasearch institute (Sipri), ha speso per la difesa circa 26,46 miliardi di euro, cioè l’1,7 per cento del suo prodotto interno lordo ed occupa il decimo posto nella classifica mondiale delle spese militari.

    La disoccupazione aumenta la povertà, ruba l'identità e la dignità delle persone e ciò non si può consentire !

    Questo è il vero banco di prova del Governo ... non altro..

    Tanti Auguri e un Sereno 2016 a tutti !

    Rosario Franza
    Last Post by rosariofr il 17 Dec. 2015
    .
  5. La Cassazione applica l'art.18 ai dipendenti pubblici !

    Avatar
    Tags
    lavoro
    By rosariofr il 2 Dec. 2015
    0 Comments   32 Views
    .
    La Corte di Cassazione, con sentenza 24157/2015 del 01/12/2015, ha esteso la possibilità di applicare l'art. 18 della legge 300/70 anche ai lavoratori del pubblico impiego .
    Secondo i giudici della Corte, l'estensione dell'art.18 si applica in modo automatico ai lavoratori del pubblico impiego "contrattualizzato", dato lo stretto parallelismo con il lavoro privato previsto dal Testo unico del pubblico impiego, ad esclusione, quindi dei professori, magistrati e militari .
    Con questa sentenza si determina un principio sino ad ora controverso e cioè la possibilità di estendere l'applicazione delle tutele contro i licenziamenti illegittimi al settore pubblico.
    D'ora in poi si potrà, quindi, licenziare "illegittimamente" un lavoratore pubblico pagando un indennizzo commisurato alla durata del rapporto di lavoro, fino ad un massimo di 24 mensilità di stipendio.
    Anche se il decreto legislativo 23/2015 che ha riformato l'articolo 18 non fa il minimo cenno a una distinzione fra lavoro pubblico e privato, il Governo aveva sempre ritenuto che l'estensione del contratto a tutele crescenti ai lavoratori pubblici fosse esclusa .
    A fronte di questa importante sentenza e coerentemente con la propria convinzione già più volte espressa,il Ministro Madia ha affermato che, nella riforma della pubblica amministrazione, verrà sanata la questione relativa all'applicabilità dell'articolo 18 ai pubblici dipendenti "contrattualizzati".

    Il commento:

    Detto, fatto ! ... Applicato l'art.18 ai dipendenti pubblici ! Si ..., li possiamo licenziare, finalmente !

    A parte il fatto che non è prevedibile un comportamento illegittimo da parte delle istituzioni pubbliche nei confronti dei propri dipendenti, occorre registrare, ancora una volta, una diversità di trattamento .

    Infatti i pubblici dipendenti non possono essere sottoposti a norme di diritto pubblico, con esclusione di altre norme, quando si tratta di riconoscere le mansioni superiori svolte e a norme di diritto privato quando si estende la possibilità di licenziare !

    Delle due, una o sono equiparati totalmente ai lavoratori privati, con possibilità di riconoscere aumenti di merito e inquadramento senza concorso o sono considerati lavoratori sottoposti, integralmente, a norme di diritto pubblico con esclusione, quindi, del licenziamento .

    Ma la semplicità non è una virtù italica... aspettiamoci una confusione sempre più complessa !


    Rosario Franza
    Last Post by rosariofr il 2 Dec. 2015
    .
  6. Dopo gli attentati Renzi annuncia soldi in sicurezza e cultura !

    Avatar
    Tags
    lavoro
    By rosariofr il 25 Nov. 2015
    0 Comments   10 Views
    .
    Nella conferenza stampa del 24/11/2015 il Presidente del Consiglio Matteo Renzi dichiara:<<il governo proporrà nel prosieguo della legge stabilità di spostare, come già inizialmente previsto, al 2017 la diminuzione dell'Ires, ma impiegheremo 2 miliardi di euro per dare una risposta ai professionisti della sicurezza e dell'educazione. Un miliardo in sicurezza, uno nell'identità culturale>>. <<estenderemo il bonus degli 80 euro a tutte le donne e gli uomini che lavorano per le forze dell'ordine, a chi sta sulla strada>>.

    Dichiara ancora il Presidente Renzi:<<un investimento di 150 milioni di euro sulla cibersecurity e 50 milioni di euro per migliorare la strumentazione delle forze dell'ordine a fronte di chiarezza e riorganizzazione>>.<<cinquecento milioni alle città metropolitane per un intervento sulle periferie di riabilitazione e, come direbbe Renzo Piano, rammendo. I progetti dovranno essere presentati entro il 31 dicembre e spesi nell'anno solare 2017>>.
    Poi prevede una carta bonus per <<550mila italiani che compiono 18 anni e che potranno investire in attività culturali, una carta bonus da investire in teatri, musei, concerti e cultura che diventa simbolicamente il modo con il quale lo Stato carica i ragazzi della responsabilità di essere protagonisti e coeredi del più grande patrimonio culturale>>. La carta Bonus sarà abbinata ad un investimento di 550 milioni di euro che vanno <<alle borse di studio: chi è meritevole di studiare non può essere fermato per questioni di reddito, anche questo è un pezzo della risposta al terrore>> e infine <<150 milioni di euro per donare a tutti i cittadini che lo vorranno la possibilità di dedicare il 2xmille a una associazione culturale>> .


    Il commento:

    Mah ! Sinceramente sono contrario agli interventi spot !

    Bisognava pagare di più i rischi e la professionalità delle forze dell'ordine ? ... e allora perché non trattare con le Organizzazioni Sindacali del comparto sicurezza il salario e l'efficienza del comparto ? Se questi problemi ci sono ora, c'erano anche prima... Occorrevano i morti degli attentati terroristici per predisporre un intervento da un miliardo di euro ? !

    NO, sono sicuramente contrario agli interventi spot ! ...così come sono contrario allo spostamento al 2017 della diminuzione dell'Ires, prevista per incentivare la ripresa economica, non si può sempre spostare la coperta stretta da un lato per coprire il lato che sembra avere più freddo, ... occorre dotarsi di una coperta più larga e mi sembrava che la riduzione dell'Ires andasse in questo senso .

    Così come non si può scoprire l'identità culturale e la necessità del "rammendo" delle periferie, oggi, a fronte dei morti dell'Isis . E' un processo che deve vedere una sua continuità nel tempo, per una società più giusta nell'affermazione dei nostri valori .
    ...

    Read the whole post...

    Last Post by rosariofr il 25 Nov. 2015
    .
  7. Il "piccolo" reddito di cittadinanza di Emiliano !

    Avatar
    Tags
    lavoro
    By rosariofr il 11 Nov. 2015
    0 Comments   3 Views
    .
    Il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, ha annunciato che la Giunta regionale ha approvato il disegno di legge sul Reddito di dignità chiamato brevemente "ReD".
    Ha detto Emiliano :<<abbiamo approvato in Giunta il disegno di legge sul Reddito di Dignità, una misura di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale.
    La misura prevede, ogni anno, fino a un massimo di 600 euro al mese, per ventimila famiglie, corrispondenti a circa sessantamila pugliesi.
    Nell’arco di 5 anni si stima di poter raggiungere la totalità della popolazione pugliese che oggi si trova sotto la soglia di povertà>>

    Potranno accedere al Reddito di Dignità regionale tutte le persone e le famiglie residenti in Puglia da almeno dodici mesi alla data di presentazione della domanda, compresi, i cittadini comunitari o stranieri in possesso del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo .

    Nel disegno di legge regionale viene stabilito che, per l'accesso al ReD, la situazione reddituale e patrimoniale della famiglia non deve superare i 3.000 euro di ISEE . Nella formazione delle graduatorie si terrà conto anche di altri parametri come la presenza di figli minori e la durata del periodo di disoccupazione .

    L'importo viene determinato in base a diversi fattori, come reddito disponibile e situazione patrimoniale del richiedente e del suo nucleo familiare, composizione del nucleo familiare, condizione abitativa.

    L’ammontare mensile del Reddito di Dignità regionale non potrà superare l’importo di 600 euro erogabile per un nucleo familiare con 5 componenti, limite massimo che è rimodulato per le famiglie di diversa composizione applicando la scala di equivalenza ISEE.

    La durata massima dell'intervento è di 12 mesi e chi ne beneficia deve sottoscrivere un patto individuale presso i servizi per l'impiego, con percorsi di tirocinio per l'inserimento lavorativo ed ha l'obbligo di comunicare tempestivamente al Servizio sociale del Comune dove ha presentato domanda ogni variazione migliorativa della situazione economica del nucleo familiare, nonché ogni modifica nella propria posizione lavorativa.

    Il commento:

    Sembrerebbe una buona notizia, scrivo sembrerebbe, perché in una comunità nazionale non è possibile che ogni regione, su un problema così rilevante, vada per conto suo .
    Si creerebbe così una disparità che ci induce a pensare che i "poveri" della Puglia, per qualche strano motivo, debbano essere trattati e assistiti meglio, per esempio, dei poveri della Sicilia !

    No, nella previdenza e nella lotta alla povertà non si sente il bisogno di interventi parziali e regionali .

    Il pensiero, poi, va alle proteste delle Regioni per il ridotto incremento del Fondo sanità nella legge di stabilità 2016, protesta che, nel caso della Puglia, sembra essere strumentale .

    Forse c'è solo l'atavico vizio italiano della dimostrazione...

    Read the whole post...

    Last Post by rosariofr il 11 Nov. 2015
    .
  8. La pensione non è uguale per tutti !
    I sindacalisti percepiscono una pensione più alta in media del 27%...

    Avatar
    Tags
    lavoro
    pensioni
    By rosariofr il 9 Sep. 2015
    0 Comments   30 Views
    .
    L'indagine “Porte aperte” dell'Inps ricorda come, per uno stesso periodo temporale, i sindacalisti possono cumulare la contribuzione figurativa del lavoro in aspettativa a quella dell'impegno nel sindacato.

    In breve, i sindacalisti hanno diritto nel periodo di assenza dal lavoro all'accreditamento dei contributi figurativi a cui si aggiungono spesso, per lo stesso periodo temporale, i contributi versati dall'associazione sindacale di appartenenza .

    Tutto ciò è previsto da una norma di legge che regola la contribuzione aggiuntiva, che deve essere richiesta formalmente dalle Organizzazioni Sindacali interessate, all'INPS - Direzione Centrale Posizione Assicurativa competente su tutto il territorio nazionale .
    E’ quanto comunica l’INPS con messaggio n. 5305 del 12 agosto 2015, ricordando che la contribuzione aggiuntiva è una contribuzione di natura facoltativa, destinata ad integrare la contribuzione obbligatoria e/o figurativa a favore dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, che siano dirigenti sindacali ovvero componenti degli organismi direttivi statutari delle confederazioni ed organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative .

    Gli effetti della contribuzione aggiuntiva sulla pensione non riguardano il diritto, cioè il quando si può andare in pensione, ma la misura della pensione .

    Secondo l'Inps i sindacalisti percepiscono una pensione più alta in media del 27% .



    Il commento:


    Il lavoratore in aspettativa per motivi sindacali deve essere salvaguardato ed è per questo che all'aspettativa si aggiungono i contributi figurativi, cioè quelli calcolati sullo stipendio che l'attivista sindacale percepiva dal suo datore di lavoro prima dell'aspettativa per motivi sindacali .

    La domanda è : per quale motivo si è permesso al sindacato di versare una contribuzione aggiuntiva che determina un incremento medio della pensione del 27% ?

    La contribuzione aggiuntiva non è una salvaguardia, ma un privilegio pagato dal resto dei lavoratori e dalla fiscalità generale nel caso di deficit dell'istituto previdenziale !

    Perché questo privilegio ?

    Solitamente i privilegi sono di competenza dei "padroni"...roba da medioevo, come il "diritto della prima notte" da parte del feudatario nei confronti dei propri sudditi !

    La cosa è più scandalosa perché è un privilegio richiesto dal sindacato in quanto, sottolinea l'INPS, " la contribuzione aggiuntiva è una contribuzione di natura facoltativa" ...come dire... il sindacato può anche non richiedere di versare una contribuzione in aggiunta alla contribuzione figurativa .

    Come resistere ad un privilegio ?... Anche il sindacato è senza vergogna !...

    Lo scrivo piangendo lacrime amare, perché per tanti anni ho difeso i diritti di noi lavoratori nel Sindacato !

    Rosario Franza

    Last Post by rosariofr il 9 Sep. 2015
    .
  9. La Naspi riduce le pensioni contributive !
    Gli effetti della disoccuazione sulla pensione .

    Avatar
    Tags
    lavoro
    pensioni
    By rosariofr il 2 Sep. 2015
    0 Comments   41 Views
    .
    La Naspi inciderà sulla misura della pensione, infatti l'articolo 12 del dlgs 22/2015 introduce un limite alla contribuzione figurativa che riguarda il periodo di godimento della Naspi.
    La retribuzione su cui si calcola la contribuzione figurativa non potrà essere superiore a 1,4 volte la misura massima mensile della Naspi nell'anno di fruizione .
    Per il 2015, quindi, la norma incide sui lavoratori le cui retribuzioni medie mensili sono superiori a 1.820 euro (ossia 1,4 volte il tetto di 1.300 euro, limite valido per il 2015) .

    Ad esempio, un lavoratore che percepisce 2.000 euro al mese di stipendio, vedrà accreditarsi figurativamente contributi pari ad una retribuzione di 1820 euro.

    Le conseguenze negative nel calcolo della pensione riguardano soprattutto le quote contributive, perché per le quote calcolate col sistema retributivo c'è un meccanismo di salvaguardia , secondo il quale nella determinazione della retribuzione pensionabile, non saranno prese in considerazione le retribuzioni che, rivalutate, siano inferiori alla retribuzione pensionabile media (articolo 12, comma 2 del Dlgs citato e Circolare Inps 94/2015).


    Il commento:

    Ormai non resta che ripetere sempre la stessa cosa ed anche per gli effetti della Naspi sulle pensioni, la solfa non cambia ...

    Chi sono i lavoratori che saranno più colpiti dagli effetti della Naspi ? ... Soprattutto i giovani, che che hanno iniziato a lavorare dal 1° gennaio 1996 e vedono la propria pensione calcolata con il sistema contributivo, per loro, infatti, non esistono clausole di salvaguardia ed i periodi di disoccupazione incidono sul montante contributivo penalizzando l'assegno pensionistico !

    Vi sembra normale che una comunità sacrifichi il proprio futuro ?
    E' possibile togliere ai giovani la speranza di un reddito adeguato quando saranno vecchi ?

    Poco per volta stiamo togliendo ai giovani tutte le speranze, uccidendo tutte le loro aspettative !

    Un lavoro non precario ?... Vedremo come va a finire con il contratto a tutele crescenti, quando finirà l'effetto decontribuzione ...

    Una pensione adeguata ?... Si, forse, però... dipende dai conti pubblici e dall'andamento della spesa ...

    Il mutuo in banca per l'acquisto della casa ? ... e, però, il contratto a tutele crescenti non è un "normale" contratto a tempo indeterminato ...

    Il lavoro è precario, il mutuo non c'è, la pensione sarà una miseria e allora la speranza, dov'è ?...

    Rosario Franza
    Last Post by rosariofr il 2 Sep. 2015
    .
  10. L'indennità di malattia dei cocopro

    Avatar
    Tags
    lavoro
    By rosariofr il 24 June 2015
    0 Comments   6 Views
    .
    L'INPS, con circolare n° 78 del 16/04/2015, ha comunicato i nuovi importi dell'indennità giornaliera relativi alla malattia per i lavoratori iscritti alla gestione separata . Si tratta di lavoratori a progetto e categorie assimilate non iscritti ad altre forme previdenziali e non titolari di pensione.
    Dal 2012 la prestazione è stata estesa anche ai liberi professionisti iscritti alla gestione separata .
    L'indennità si ottiene alle seguenti condizioni :

    1.la malattia deve avere una durata non inferiore ai quattro giorni;

    2.occorre avere almeno tre mesi di contributi nei 12 mesi precedenti la malattia;

    3.non aver superato un determinato limite di reddito nell'anno solare precedente la malattia (€ 70.086,10 nel 2014);

    4.la domanda dell'indennità va presentata entro un anno dal termine della malattia .

    Nel caso di ricovero, in aggiunta all'indennità di malattia, è riconosciuta anche un'indennità di degenza che è pari al doppio dell'importo dell'indennità di malattia .

    L'importo della indennità di malattia varia in base al numero dei mesi di contributi accreditati nei 12 mesi precedenti l'inizio dell'evento:

    da 3 a 4 mesi € 10,99 per l'indennità di malattia e € 21,99 per l'indennità di degenza ;
    da 5 a 8 mesi € 16,49 per l'indennità di malattia e € 32,98 per l'indennità di degenza ;
    da 9 a 12 mesi € 21,99 per l'indennità di malattia e € 43,98 per l'indennità di degenza .

    L'indennità di degenza viene corrisposta per i giorni di ricovero nel limite massimo di 180 giorni per anno solare .


    Il commento:

    Quelli della gestione separata...sono proprio dei separati, con minori tutele, minori diritti ed entro limiti determinati .

    Perché ? ...Oltre a non avere TFR, ferie pagate e avere paghe più basse, perché non devono avere la stesse tutele nelle disgrazie che invece sono uguali per tutti ? ...Perché ?

    Per caso i contributi sono così diversi che giustificano un così diverso trattamento ? Leggiamo la circolare INPS :

    "Per l’anno 2015, per i lavoratori iscritti alla Gestione separata ... le aliquote contributive pensionistiche maggiorate dell’ulteriore aliquota contributiva per il finanziamento dell’onere derivante dall’estensione agli stessi della tutela relativa alla maternità, al congedo parentale, agli assegni per il nucleo familiare, alla degenza ospedaliera e alla malattia risultano pari a (circolare n. 58 dell’11.03.2015):

    - 27,72% per i lavoratori liberi professionisti;

    - 30,72% per tutte le altre categorie di lavoratori assicurati.

    Il contributo mensile utile ai fini dell’accertamento del requisito richiesto si ottiene, quindi, per l’anno 2015, applicando l’aliquota suindicata sul minimale di reddito pari, per il suddetto anno, a euro 15.548,00 (circolare. 58 del 11.03.2015).

    Conseguentemente, il contributo mensile utile è pari a...

    Read the whole post...

    Last Post by rosariofr il 24 June 2015
    .
 
Skin by Anthony