"Oggi parliamo di ..."

  1. La Flssbilità possibile

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    pensioni
    By rosariofr il 29 April 2016
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    Il sottosegretario Nannicini ha individuato tre gruppi di lavoratori che dovrebbero essere interessati dalla proposta sulla flessibilità in uscita che il Governo dovrebbe presentare entro maggio. I tre gruppi sono :
    1. lavoratori che hanno una preferenza ad andare in pensione prima;
    2.lavoratori che hanno necessità di andare in pensione prima, in quanto hanno perso il lavoro e non hanno ancora maturato irequisiti d'uscita;
    3.lavoratori che l'azienda vuole mandare in pensione prima per ristrutturare l'organico aziendale .

    I tre interventi potrebbero coesistere e non escludersi a vicenda, anche se molto dipenderà dai costi.

    L'intervento per il secondo gruppo di lavoratori sembra essere il più probabile perché agisce su categorie a rischio, come disoccupati e lavori usuranti e anche per via del superamento, dal 1° gennaio 2017, dell'indennità di mobilità. Intervento che renderebbe inutile un'ottava salvaguardia.

    Secondo Nannicini si potrebbe provare a creare un mercato di anticipi pensionistici "coinvolgendo governo, Inps, banche, assicurazioni". Il coinvolgimento delle banche e delle assicurazioni private tratta solo un'ipotesi che potrebbe interessare solo l'Inps e il mondo del credito, ma non il lavoratore.

    Diverso è il discorso sulle penalizzazioni.

    Il primo intervento chiederebbe ai lavoratori una riduzione della pensione pari almeno al 3% per ogni anno di anticipo e non è da escludersi un ricalcolo con il sistema contributivo .

    Il secondo intervento,riguardante i lavoratori disoccupati,prevederebbe una penalità minore o forse del tutto assente .

    Per il terzo intervento, quello dei prepensionamenti, saranno le aziende a coprire una parte dei costi dell'anticipo. Maggiori dettagli saranno resi noti nel documento che il Governo presenterà a Maggio e gli interventi potrebbero essere approvati per fine anno .


    Il commento:

    Si vedrà cosa verrà partorito ... Certo è che si tratta di misure tampone a causa di una legge che potrebbe mandare in pensione i nostri figli all'età di 75 anni !

    La prima ipotesi, tra l'altro, quella che prevede la flessibilità per i lavoratori che esprimono una preferenza ad andare in pensione prima,sembra molto costosa sia per il livello delle penalizzazioni, 3% per ogni anno di anticipo, sia per il metodo di calcolo che prevede di essere applicato, cioè quello contributivo.
    Insomma nel caso in cui i lavoratori vogliono andare in pensione prima perché ne hanno abbastanza o non stanno bene, devono prevedere una riduzione della pensione che si avvicina più al 40% che al 30% . Quindi il primo caso riguarda i lavoratori o lavoratrici che stanno bene e possono permettersi una riduzione di tale livello ... e quelli poveri ? Sempre ultimi in questo mondo, si spera siano primi nel prossimo !

    Eppure Cesare Damiano, presidente pd della Commissione Lavoro della Camera ed ex ...

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    Last Post by Smithc526 il 20 Dec. 2016
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  2. I giovani e la riforma delle pensioni !

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    pensioni
    By rosariofr il 20 April 2016
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    Il presidente dell'INPS, Tito Boeri, ha rilasciato una intervista in cui paventava il pericolo che i giovani, nati negli anni dal 1980, senza una nuova riforma pensionistica, andranno in pensione a 75 anni di età .
    In questa considerazione il presidente dell'INPS non ha fatto altro che applicare la legge Fornero del 2011 .

    Infatti coloro che hanno iniziato a lavorare dal 01/01/1996 avranno una pensione interamente contributiva e matureranno il diritto a pensione a condizione che :

    1.hanno maturato 42 anni e 10 mesi di contribuzione, (41 anni e 10 mesi le donne ), a prescindere dall'età;

    2.oppure oppure all'età di 63 anni e 7 mesi unitamente a 20 anni di contribuzione "effettiva" e però l'importo della pensione non deve essere inferiore all'importo di 2,8 volte il valore dell'assegno sociale(attualmente tale importo è circa 1.250 euro al mese);

    3.oppure conseguire la pensione di vecchiaia all'età di 66 anni e 7 mesi con almeno 20 anni di contribuzione e però l'importo della pensione non deve essere inferiore 1,5 volte il valore dell'assegno sociale(attualmente tale importo è circa 670 euro al mese);

    4.oppure all'età di 70 anni e 7 mesi.

    Tutto ciò si riferisce all'anno 2016, ma da oggi al 2040, l'incremento della speranza di vita, aumenterà il dato anagrafico di altri tre anni . Quindi il giovane nato nel 1980 e che si ritrova nel quarto caso, dovrà compiere almeno 73 anni e 7 mesi per aver diritto a percepire un assegno pensionistico .

    Il commento:

    Chi aspetterà i 75 anni ?

    Sicuramente quei giovani che effettuano lavori discontinui per piccoli periodi all'anno e che, pertanto, non riescono a raggiungere il requisito contributivo di 20 anni o non riescono a raggiungere un importo pensionistico non inferiore 1,5 volte il valore dell'assegno sociale(attualmente circa 670 euro al mese).

    Tradotto in parole povere, l'emarginato sociale, il disoccupato seriale, non avrà mai una pensione e morirà senza vedere un euro, vivendo una vita di stenti e sofferenza !

    Ma quale crimine ha commesso questo giovane ormai vecchio ? ... Sembra che il basso salario e una occupazione discontinua sia colpa sua !

    Ciò non è possibile ... penso che per i nostri figli sia necessaria una riforma pensionistica più giusta, una riforma che fissi un limite massimo di età per il lavoro e un importo minimo di pensione uguale per tutti il cui costo gravi sulla fiscalità generale .

    Le contribuzioni versate faranno poi la differenza, ... nel senso che determineranno gli importi superiori alla pensione minima .

    Esempio :

    1.pensione minima 1.000 euro ;

    2.età massima 65 anni;

    3.pensione massima legata alla contribuzione 5.000 euro .

    Certo... bisognerà scontentare qualcuno, magari con l'introduzione di una patrimoniale, ma ciò sarà inevitabile !

    Rosario Franza
    Last Post by rosariofr il 20 April 2016
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  3. Il part-time pensionistico di lavoratori stanchi e ammalati !

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    lavoro
    By rosariofr il 13 April 2016
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    Il Ministro Poletti ha firmato il decreto delegato, previsto dalla legge 208/2015, che consentirà, sperimentalmente fino al 2018, ai lavoratori, con contratto a tempo indeterminato, dipendenti del settore privato, a seguito di un accordo con il datore di lavoro, di aderire al al part-time con una riduzione dell'orario di lavoro tra il 40 ed il 60% e contribuzione piena .
    Il datore di lavoro verserà al lavoratore l'importo della contribuzione non più dovuta all'INPS, importo su cui non graverà l'IRPEF e lo Stato provvederà al riconoscimento della copertura pensionistica figurativa per la quota di retribuzione perduta .

    Esempio : se si passa al part-time al 50% e si percepisce un salario ne di 2000 euro, il lavoratore percepirà una retribuzione di 1000 euro più una somma aggiuntiva esentasse di circa 300 euro per un totale di 1300 euro fronte, però, del dimezzamento dell'orario di lavoro .

    Per accedere al beneficio, ricorda il lavoratore interessato deve richiedere all’Inps, per via telematica o tramite un patronato oppure recandosi presso uno sportello dell’INPS, la certificazione che attesta il possesso del requisito contributivo e la maturazione di quello anagrafico entro il 31 dicembre 2018.

    Dopo il rilascio della certificazione da parte dell’Inps, il lavoratore ed il datore di lavoro stipulano il contratto part-time agevolato che dura fino alla maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia .

    Dopo la stipula del contratto, il decreto prevede il rilascio, in cinque giorni, del nulla osta da parte della Direzione territoriale del lavoro e il rilascio dell’autorizzazione INPS.

    Il commento:

    Siamo stanchi, non reggiamo più ? ... ci mancano tre anni alla pensione di vecchiaia ? ... Allora ecco un grande aiuto ! Riduciamo l'orario di lavoro, ma ... riduciamo anche i soldi che prendiamo !

    Ovviamente se il padrone ci sta e non ci licenzia prima !

    Si, perché forse gli conviene licenziarci prima, che corrispondere la quota contributiva nella misura piena aumentando in questo modo il costo del lavoro su base oraria.

    Domanda: Se si voleva aiutare dei lavoratori stanchi e magari ammalati, non sarebbe stato più giusto risparmiare questi soldi per una maggiore flessibilità di uscita pensionistica ?


    Rosario Franza

    Puoi esprimere il tuo commento sul Libro degli Ospiti e sul blog "Oggi Parliamo di..."
    Last Post by rosariofr il 13 April 2016
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  4. Ancora Opzione Donna !

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    pensioni
    By rosariofr il 23 Mar. 2016
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    L'articolo 1, comma 281 della legge 208/2015 prevede che, nel caso in cui le risorse risultassero sovrabbondanti rispetto alle domande di pensionamento pervenute, gli importi risparmiati dovranno essere impiegati per proseguire, mediante l'emanazione di un provvedimento a carattere legislativo, la sperimentazione oltre il 2015.

    Entro il 30/09 di ogni anno, il Governo, sulla base dei dati rilevati dall'INPS, dovrà inviare una relazione alle Camere sulla possibilità di proseguire la sperimentazione nell'anno successivo .

    Dato che dal 1° gennaio del 2016 l'aspettativa di vita si è incrementata di altri quattro mesi, per includere nell'opzione donna le nate nell'ultimo trimestre del 1958, la sperimentazione dovrebbe essere prorogata almeno fino al 31/07/2016 .

    Esempio: una lavoratrice dipendente nata il 15/12/1958 non possiede alla data del 31/12/2015 il requisito anagrafico di 57 anni e 3 mesi per poter accedere ad opzione donna . Lo maturerebbe il 15/03/2016 . Nel frattempo, però, dal 1° gennaio 2016 si è avuto un incremento dell'aspettativa di vita di altri 4 mesi e quindi il requisito anagrafico per opzione donna è diventato di 57 anni e 7 mesi che la lavoratrice del nostro esempio maturerebbe il 15/07/ 2016 .

    Il commento:

    In questi ultimi quattro anni il numero delle lavoratrici che ha aderito ad opzione donna è aumentato, anche se l'opzione determina un ricalcolo della pensione col sistema interamente contributivo con una penalizzazione definitiva di circa il 30% rispetto al sistema misto .

    D'altra parte le donne, se non hanno 41 anni e 10 mesi di contributi, per poter accedere al pensionamento devono avere, nel settore privato, 65 anni e sette mesi di età . L'unica flessibilità che hanno è opzione donna .

    Sarei curioso di sapere se quel 30% in meno nella pensione che percepiscono recupera, nel tempo, il maggiore costo determinato da una uscita a 57 anni e 7 mesi . A occhio, avendo le donne una aspettativa di vita media di 80 anni, penso che si vada al recupero effettivo del maggior costo .

    Sta di fatto che molte donne preferiscono una pensione più bassa che lavorare oltre i 65 anni !

    Il Governo non può studiare forme di flessibilità adeguate ?
    ... Anche tenendo conto di un incremento occupazionale a fronte del pensionamento anticipato ?

    Rosario Franza
    Last Post by rosariofr il 23 Mar. 2016
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  5. Opzione donna, penalizzazioni ed amianto nella circolare 45 del 29/02/16

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    pensioni
    By rosariofr il 2 Mar. 2016
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    La Circolare INPS numero 45 del 29/02/2016 recepisce le novità in materia pensionistica contenute nella recente legge di stabilità .

    Opzione donna:

    La data del 31/12/2015 è da considerarsi quale termine entro il quale devono essere soddisfatti i requisiti contributivi e anagrafici per il diritto alla pensione di anzianità nel cosiddetto regime sperimentale opzione donna.

    Quindi tutte le donne nate sino al 30/09/1958, se lavoratrici dipendenti oppure sino al 30/09/1957 se autonome, possono accedere al regime opzione donna se in possesso dei requisiti contributivi,35 anni oppure 34 anni, 11 mesi e 16 giorni se dipendenti pubbliche .
    La Circolare quindi recita :"Al riguardo, si invitano le Sedi a procedere alla lavorazione delle domande di pensione di anzianità in regime sperimentale presentate dalle lavoratrici che hanno perfezionato i prescritti requisiti entro il 31 dicembre 2015 e la cui decorrenza della pensione si colloca successivamente alla predetta data."

    Penalizzazioni:

    L'INPS, tramite la circolare 45/16 torna anche sulle penalizzazioni per i lavoratori e le lavoratrici che sono usciti con la massima anzianità contributiva, ma con un'età anagrafica inferiore ai 62 anni e prendendo atto che la legge di stabilità 2016 approvata il 28/12/2015 esclude l'applicazione delle penalizzazioni ai trattamenti pensionistici anticipati aventi decorrenza negli anni 2012, 2013 e 2014 con riferimento ai ratei di pensione a decorrere da 01/01/2016, dichiara che la ricostituzione pensionistica avverrà senza riconoscimento di interessi o arretrati .

    Benefici amianto:

    L'INPS, infine, ricorda che il nuovo termine per presentare domanda di accesso ai benefici per i lavoratori esposti all'amianto previsti è il 31/12/2016 .

    Il commento:

    Che dire ? ... Le norme diventano sempre più complicate ed il cittadino per essere sicuro di non sbagliare e di vedere riconosciuti i propri diritti deve ricorrere agli "esperti" .

    Può fare ore di coda davanti agli sportelli INPS, ma non ne ricaverà un ragno dal buco !

    Andate gente ... ! Andate dai patronati ! ... Sperando che anche questi non commettano errori !


    Rosario Franza
    Last Post by Rina Bellantone il 25 Mar. 2016
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  6. Legge delega su SIA, reversibilità e integrazione al minimo !

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    pensioni
    povertà
    By rosariofr il 17 Feb. 2016
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    Il Governo ha trasmesso al Parlamento il testo del disegno di legge delega, approvato il 28/01/2016, che provvede al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali.
    La legge delega che inizierà ad essere discussa nelle commissioni dell'aula di Montecitorio, si articola in tre punti :

    1.Il Sostegno all'Inclusione Attiva(SIA) .Si rende strutturale il SIA che già con la legge di stabilità 2016 era stato esteso a tutto il territorio nazionale. L'ammontare mensile del contributo economico verrà modulato sulla base dei componenti del nucleo familiare con un tetto massimo di 400 euro mensili per famiglie con 5 o più componenti . Al sostegno si potrà accedere a condizione di aderire ad un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa per la famiglia beneficiaria, la cui caratteristica, pena l'esclusione, è quella di includere figli minori .

    2.La Revisione dell'Assistenza e della Previdenza con la razionalizzazione delle prestazioni assistenziali e previdenziali legate al reddito del beneficiario e il cui accesso selettivo sarà in futuro regolato dalla sola condizione economica misurata dell'ISEE .La Delega precisa espressamente che non saranno interessati dal riordino i trattamenti già concessi ed esclude espressamente dalla revisione le prestazioni erogate agli invalidi . Secondo quanto si legge nella relazione illustrativa della legge delega, saranno interessati l'integrazione al trattamento minimo, l'assegno al nucleo familiare concesso dai comuni, le maggiorazioni sociali, le pensioni di reversibilità, l'assegno sociale, la somma aggiuntiva, l'incremento al milione e la quattordicesima mensilità.

    3. Il riordino dei servizi sociali . A tale scopo sono previsti: l’istituzione, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di un organismo nazionale di coordinamento del sistema degli interventi e dei servizi sociali; l’attribuzione al Ministero del lavoro e delle politiche sociali delle competenze in materia di verifica e controllo del rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni; la promozione di accordi territoriali tra servizi sociali e altri enti o organismi competenti per l’inserimento lavorativo, la salute, l’istruzione e la formazione; nonché il rafforzamento del Sistema informativo dei servizi sociali e, in particolare, del Casellario dell’assistenza.


    Il commento:

    Si legifera sul sostegno di inclusione attiva proponendo un contributo che ha un tetto massimo di 400 euro mensili per una famiglia di cinque o più componenti, circa 80 euro al mese a persona .

    Il 15/07/2015 l'ISTAT ha pubblicato i dati sulle famiglie povere : 7.815.000 persone, il 12,9% della popolazione italiana, vive con meno di 520,00 euro al mese e se queste sono le cifre, con 80 euro al mese non si sconfigge sicuramente la povertà !

    Infatti vivere con 520 euro al mese o vivere con 600 euro ...

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    Last Post by rosariofr il 17 Feb. 2016
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  7. 2016 - la nuova integrazione salariale e le nuove procedure per il lavoro

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    lavoro
    By rosariofr il 9 Feb. 2016
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    La circolare INPS 22 del 4/02/2016 fornisce le prime indicazioni sul nuovo Fondo di integrazione salariale e sulle modalità di accesso .
    La nuova disciplina del Fondo trova applicazione, a decorrere dal 1° gennaio 2016 e garantisce due tipologie di prestazioni :

    1. l’assegno di solidarietà ;
    2. l’assegno ordinario .

    L’assegno di solidarietà è una prestazione garantita a seguito di un accordo sindacale collettivo aziendale che stabilisca una riduzione di orario al fine di evitare o ridurre le eccedenze di personale .

    L’assegno ordinario, per riorganizzazione e crisi aziendale, è garantito per eventi di sospensione o riduzione di attività lavorativa ed è previsto in favore dei lavoratori di aziende che occupano mediamente più di quindici dipendenti per una durata massima di 26 settimane in un biennio mobile .

    I trattamenti garantiti dal Fondo sono pari all’80% della retribuzione globale che sarebbe spettata al lavoratore per le ore di lavoro contrattuali non prestate,importo ridotto per contributi nella misura del 5,84%.

    La nuova disciplina del Fondo di integrazione salariale trova applicazione nei confronti dei datori di lavoro che risultavano già iscritti al Fondo di solidarietà residuale, mentre per i datori di lavoro che occupano mediamente più di cinque e sino a quindici dipendenti e quelli con più di quindici non precedentemente iscritti al Fondo residuale, occorrerà aspettare uno specifico decreto interministeriale.


    Il commento:

    Il Fondo di integrazione salariale amplia la platea dei beneficiari destinatari delle prestazioni , estendendo il proprio campo di applicazione ai datori di lavoro che occupano mediamente più di cinque dipendenti e garantendo loro l’assegno di solidarietà.

    Ovviamente non esisterà più l'integrazione salariale più o meno a vita, quella cassa che garantiva dalla disoccupazione mentre si facevano secondi e terzi lavori !

    Adesso, invece, con la nuova normativa cosa c'è dopo l'integrazione salariale ? ... Quando, cioè, si diventa disoccupati ?

    Il decreto legislativo n. 150/2015 ha introdotto alcune importanti di novità in materia di politiche attive del lavoro intervenendo sulle procedure, che, almeno per la regione Lombardia, sono le seguenti:

    1.Il lavoratore disoccupato deve procedere prioritariamente all’inoltro della domanda di NASPI, DIS.COLL oppure mobilità, anche per il tramite del Patronato, esclusivamente in via telematica;

    2.Successivamente, il lavoratore disoccupato deve registrarsi , anche con l’ausilio del Centro per l’Impiego, presso il portale http://gefo.servizirl.it/dote;

    3.Entro 15 giorni successivi la domanda, il lavoratore deve recarsi presso il servizio prescelto per la stipula del “patto di servizio personalizzato” , con la consapevolezza che gli impegni sottoscritti nel patto devono essere rispettati, pena la riduzi...

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    Last Post by rosariofr il 9 Feb. 2016
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  8. Le uscite 2016 per i lavoratori addetti alle lavorazioni usuranti

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    pensioni
    By rosariofr il 5 Feb. 2016
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    Con il messaggio 386/2016 l'INPS riassume i requisiti necessari per la pensione dei lavoratori addetti ai lavori usuranti .
    La domanda di pensionamento deve essere presentata entro il 1° marzo del 2016 per coloro che perfezionano i requisiti dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2016.
    Sono interessati i lavoratori che hanno svolto le mansioni usuranti per almeno 7 anni, compreso l'anno di maturazione dei requisiti, negli ultimi 10 anni di lavoro ed hanno maturato almeno 35 di contribuzione unitamente ad almeno 61 e 7 mesi di età .
    I requisiti salgono per i lavoratori autonomi ed in base al numero di giorni lavorati di notte .

    Riassumiamo i requisiti :

    Per i lavori faticosi e pesanti, notturno per tutto l'anno, notturno per 78 giorni occorrono , per i lavoratori dipendenti 61 anni e 7 mesi di età, almeno 35 anni di contributi e quota 97,6 . Per i lavoratori autonomi 62 anni e 7 mesi di età, almeno 35 anni di contributi e quota 98,6 .

    Per i lavoratori notturni da 72 a 77 giorni nell'anno, fermo restando i 35 anni minimi di contribuzione, i requisiti aumentano di una unità .

    Per i lavoratori notturni da 64 a 71 giorni nell'anno, fermo restando i 35 anni minimi di contribuzione, i requisiti aumentano di due unità .

    La finestra mobile sarà di 12 mesi per i lavoratori dipendenti e di 18 mesi per i lavoratori autonomi .

    Entro il 30 Ottobre 2016 l'Inps comunicherà l'accoglimento della domanda con l'indicazione della prima data di decorrenza utile.
    La possibilità di fruire dei benefici dipende inoltre dalle coperture finanziarie che, qualora risultassero insufficienti, determinerebbero uno slittamento della data di decorrenza .

    Il commento:

    L'INPS riassume "i benefici" che riguardano i lavoratori addetti alle lavorazioni usuranti .

    Benefici ? ... ma quali benefici se l'età per il pensionamento varia, per i lavoratori dipendenti, da 61 e 7 mesi a 63 e 7 mesi a cui bisogna aggiungere la finestra mobile ?
    Ai lavoratori autonomi, poi, occorre aggiungere un anno, come se l'usura determinata dalla tipologia del lavoro cambia se il lavoratore è autonomo o dipendente ... e nella prossima riforma, aggiungeranno a patita IVA !

    Insomma, questa è l'Italia che ti fa ridere per non piangere !

    Rosario Franza

    Last Post by rosariofr il 5 Feb. 2016
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  9. Il Prezzo di un figlio !

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    famiglia
    By rosariofr il 27 Jan. 2016
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    Per quanto riguarda la fecondazione eterologa nel nostro paese, possiamo dire che i prezzi nelle cliniche private oscillano tra i 2500€ e i 3000€.
    Dopo l’abolizione della legge 40 anche le strutture pubbliche stanno eseguendo questo tipo di trattamento ed il prezzo del ticket varia da regione a regione. Ticket da 400 a 600 euro, ovviamente la differenza tra costo e ticket è a carico della collettività .

    In Spagna i costi della fecondazione eterologa sono più alti che in Italia, anche se, soprattutto negli ultimi anni, hanno visto un calo non indifferente a causa della concorrenza che è cresciuta in modo esponenziale.

    Nelle cliniche spagnole il prezzo per un trattamento di fecondazione eterologa si aggira intorno ai 5000€/6000€, in cui spesso sono compresi i farmaci per la donatrice, ma il prezzo può essere dimezzato se si opta per la condivisione degli ovociti con un’altra coppia.

    Spesso le cliniche offrono dei pacchetti che comprendono più trattamenti a prezzi più bassi; ad esempio si trovano prezzi che si aggirano intorno ai 18000€/20000€ in cui sono compresi 4 trattamenti.

    Nelle cliniche dei paesi dell’EST come Repubblica Ceca e Polonia (paesi Europei), e pure in Ucraina e Russia (paesi Extra UE), i prezzi sono leggermente più bassi e un trattamento può aggirarsi sui 4000€/5000€ e anche qui con le eventuali opzioni di trattamenti con garanzia in cui possiamo trovare addirittura 10000€ per 5 cicli di ovodonazione con il rimborso totale nel caso non si riesca ad ottenere una gravidanza.

    Uno stato di cose che negli ultimi anni ha contribuito al successo del cosiddetto “turismo riproduttivo”, di cui hanno beneficiato le Nazioni con leggi meno restrittive, dando vita ad un business da decine di miliardi di dollari.
    I prezzi della fecondazione eterologa con madre surrogata sono molto più alti . Negli stati in cui questo è fattibile, in Italia è illegale, i prezzi possono aggirarsi intorno ai 60.000€ (Stati Uniti) o 30.000€ (Ucraina).

    Il commento:

    Nel suo libro “IO AMO – Piccola filosofia dell’Amore” Vito Mancuso così riassume le ragioni del riconoscimento dell’omoaffettività o omosessualità :

    1. Esistono in natura varianti rispetto alla fisiologia, l’omosessualità è una di queste varianti;

    2. Gli omosessuali intendono valorizzare tale variante come componente strutturale della loro personalità;

    3. La cultura e la civiltà devono rispettare e accogliere le persone portatrici di questa variante;

    A questi tre punti Mancuso ne aggiunge altri tre che ormai appartengono alla nostra cultura e alla nostra democrazia e cioè il rispetto reciproco tra maggioranza e minoranza, le tutele giuridiche dei diritti di tutti i cittadini e la preminenza dell’essere-uomo sull’essere-sesso .

    Condivido quanto scritto dal teologo Vito Mancuso, soprattutto quando afferma:<<… ogni visione del mondo e di se stessi, a partire dalla condizione sessuale, che sia etero oppure ...

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    Last Post by rosariofr il 27 Jan. 2016
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  10. Pensione di vecchiaia per invalidi non inferiori all'80%: un anno e 7 mesi dopo !

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    pensioni
    By rosariofr il 20 Jan. 2016
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    I lavoratori e le lavoratrici invalidi in misura non inferiore all'80% e in possesso di 15 anni di contributi se maturati entro il 1992 o di 20 di contribuzione, hanno diritto alla pensione di vecchiaia al compimento dei 60 anni e 7 mesi, se uomini, e dei 55 anni e 7 mesi se donne .

    Questa normativa non è stata modificata dalla legge Fornero del 2011, ma tale beneficio è valido solo per i lavoratori dipendenti del settore privato iscritti all'assicurazione generale obbligatoria.
    Non è valido per gli autonomi e neanche per i lavoratori del pubblico impiego.
    Il trattamento è subordinato ad una visita medica presso le commissioni sanitarie dell'Inps, nonostante l'eventuale riconoscimento dell'invalidità civile .

    Il riconoscimento dell'eventuale invalidità civile costituisce solo un elemento di valutazione per la formulazione del giudizio medico legale da parte degli uffici sanitari dell'INPS(Circolare Inps 82/1994) e non determina necessariamente la concessione del beneficio.

    Sul beneficio grava non solo l'aspettativa di vita già considerata per il 2016, ma anche la finestra mobile, cioè il differimento di un anno dal perfezionamento del requisito e quindi i lavoratori e le lavoratrici invalide dovranno attendere 12 mesi per l'erogazione della prestazione pensionistica.

    Il commento:

    Non ho mai capito perché se si ritengono degni di tutela lavoratori e lavoratrici che hanno capacità residue del 20% (invalidi all'80%), poi si debba loro applicare normative che riguardano la generalità dei lavoratori. Mi riferisco all'applicazione dell'aspettativa di vita e della finestra mobile .

    Tali meccanismi possono avere un senso nella normalità della nostra vita, rasentano la crudeltà se applicati a lavoratori invalidi !

    In pratica, per un lavoratore invalido all'80% i 60 anni previsti dall'articolo 1 comma 8 del decreto legislativo 30 dicembre 1992 n. 503, diventano 61 anni e 7 mesi .

    Rispetto al 1992, nel 2016 la tutela si riduce !

    Domanda: si riduce anche l'invalidità ? ... perché se non è così, l'applicazione di tale normativa è veramente senza senso .


    Rosario Franza

    Last Post by rosariofr il 20 Jan. 2016
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