Il sottosegretario Nannicini ha individuato tre gruppi di lavoratori che dovrebbero essere interessati dalla proposta sulla flessibilità in uscita che il Governo dovrebbe presentare entro maggio. I tre gruppi sono :
1. lavoratori che hanno una preferenza ad andare in pensione prima;
2.lavoratori che hanno necessità di andare in pensione prima, in quanto hanno perso il lavoro e non hanno ancora maturato irequisiti d'uscita;
3.lavoratori che l'azienda vuole mandare in pensione prima per ristrutturare l'organico aziendale .
I tre interventi potrebbero coesistere e non escludersi a vicenda, anche se molto dipenderà dai costi.
L'intervento per il secondo gruppo di lavoratori sembra essere il più probabile perché agisce su categorie a rischio, come disoccupati e lavori usuranti e anche per via del superamento, dal 1° gennaio 2017, dell'indennità di mobilità. Intervento che renderebbe inutile un'ottava salvaguardia.
Secondo Nannicini si potrebbe provare a creare un mercato di anticipi pensionistici "coinvolgendo governo, Inps, banche, assicurazioni". Il coinvolgimento delle banche e delle assicurazioni private tratta solo un'ipotesi che potrebbe interessare solo l'Inps e il mondo del credito, ma non il lavoratore.
Diverso è il discorso sulle penalizzazioni.
Il primo intervento chiederebbe ai lavoratori una riduzione della pensione pari almeno al 3% per ogni anno di anticipo e non è da escludersi un ricalcolo con il sistema contributivo .
Il secondo intervento,riguardante i lavoratori disoccupati,prevederebbe una penalità minore o forse del tutto assente .
Per il terzo intervento, quello dei prepensionamenti, saranno le aziende a coprire una parte dei costi dell'anticipo. Maggiori dettagli saranno resi noti nel documento che il Governo presenterà a Maggio e gli interventi potrebbero essere approvati per fine anno .
Il commento:
Si vedrà cosa verrà partorito ... Certo è che si tratta di misure tampone a causa di una legge che potrebbe mandare in pensione i nostri figli all'età di 75 anni !
La prima ipotesi, tra l'altro, quella che prevede la flessibilità per i lavoratori che esprimono una preferenza ad andare in pensione prima,sembra molto costosa sia per il livello delle penalizzazioni, 3% per ogni anno di anticipo, sia per il metodo di calcolo che prevede di essere applicato, cioè quello contributivo.
Insomma nel caso in cui i lavoratori vogliono andare in pensione prima perché ne hanno abbastanza o non stanno bene, devono prevedere una riduzione della pensione che si avvicina più al 40% che al 30% . Quindi il primo caso riguarda i lavoratori o lavoratrici che stanno bene e possono permettersi una riduzione di tale livello ... e quelli poveri ? Sempre ultimi in questo mondo, si spera siano primi nel prossimo !
Eppure Cesare Damiano, presidente pd della Commissione Lavoro della Camera ed ex ...
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